TURISMO DELLE RADICI, DALLA FARNESINA 5 MILIONI PER I BORGHI

Il progetto Pnrr del «Turismo delle radici» entra in una fase più operativa con lo stanziamento di un pacchetto di finanziamenti per i comuni che hanno partecipato al bando. «L’esame si è appena concluso e a stretto giro sarà presentata una graduatoria dei comuni che hanno presentato le migliori proposte e che riceveranno finanziamenti dal ministero degli Esteri - ha detto Antonio Tajani, ministro degli Esteri -. Stiamo puntando a comuni più piccoli, con meno di seimila abitanti. Il finanziamento che metteremo a disposizione è di circa 5 milioni. I piccoli borghi d’Italia sono 5.500, le proposte ricevute sono state 845, quelle ammissibili 822. Questo vuol dire che il 15% dei piccoli comuni italiani riceverà un finanziamento per il Turismo delle Radici».

I progetti presentati dai comuni nell’ambito del bando «riguardano iniziative culturali, folcloristiche e culinarie - continua il titolare della Farnesina aggiungendo la speranza - di allargare nel futuro il progetto anche a miglioramenti infrastrutturali, è una idea che bolle in pentola». Accanto al progetto Pnrr del Turismo delle radici «abbiamo deciso di fare una serie di accordi che permettano facilitazioni ai turisti iscritti all’Aire che intendono venire ai visitare i loro luoghi di origine. Abbiamo sottoscritto un primo accordo con Ferrovie dello Stato che riduce i costi dei biglietti dell’alta velocità per i turisti iscritti all’Aire e stiamo pensando a pacchetto di agevolazioni per chi aderisce all’iniziativa». Il potenziale bacino di turisti conta gli oltre 6 milioni di italiani che vivono all’estero oltre alle decine di milioni di discendenti di emigrati che dalla fine del 1800 hanno lasciato la Penisola. Per loro l’occasione di visitare la terra degli avi partiti da piccoli paesi magari oggi a rischio desertificazione. Il turismo delle radici vuole «favorire la crescita e l’occupazione dei piccoli comuni e può essere uno strumento per favorire gli investimenti in quei territori - rimarca il ministro -. Per promuoverlo mobiliteremo le ambasciate e i consolati e stiamo preparando anche un ”passaporto del Turismo delle radici” con tutte agevolazioni delle quali si può usufruire». Il potenziale c’è e il turismo delle radici aiuterà a destagionalizzare e soprattutto a fare scoprire le autentiche specialità agroalimentari oltre ad esperienze che spaziano dal cicloturismo, all’artigianato alla cultura.

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